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Queste caratteristiche fanno della paglia il materiale ideale per una nuova idea di costruire sensibile ai parametri di sostenibilità e risparmio energetico volte al benessere dell'uomo intendendo l'involucro edilizio come terza pelle.

L'intervento progettuale inoltre consente un salto rispetto alle case passive, concependo abitazioni non solo a emissioni zero ma a impatto zero.


Nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo, i sistemi produttivi basati su colture risicole e l'insieme delle attività post-raccolto a queste associate forniscono lavoro a quasi 1 miliardo di persone, e circa 4/5 di tutto il riso mondiale provengono dalle attività di piccole aziende agricole di paesi poveri. In particolare, in 30 anni può generare tanta energia quanta ne è stata necessaria per la sua costruzione, lasciando un'impronta inesistente sulla terra. Una casa attiva realizza interamente il processo sostenibile sia da un punto di vista socioeconomico che ambientale. 



L'interesse di sviluppare tale attività sul territorio biellese è chiaramente collegata alla storica cultura del riso tra biellese e vercellese. Purtroppo però negli ultimi anni le pressanti economie di mercato globale stanno mettendo in crisi i coltivatori della zona che trovano più proficue coltivazioni quali il mais, perchè più semplice da coltivare e soprattutto per le storture causate dal business della biomassa. Un'agricoltura locale rivolta alla produzione di combustibile e non più volta al sostentamento delle popolazioni diventa un fenomeno accettato e conveniente che rischia di mettere in crisi un sistema legato alla tradizione del luogo.



Allo stesso modo a migliaia di chilometri di distanza, le politiche economiche dei paesi occidentali, a partire dagli anni '80, hanno distrutto la capacità produttiva dei coltivatori di riso haitiani a favore di un mercato per il riso statunitense, i cui produttori godono di enormi sovvenzioni. Trent'anni fa Haiti produceva praticamente tutto il riso che consumava. L'apertura delle frontiere commerciali ha permesso l’importazione indiscriminata del riso sovvenzionato dagli Stati Uniti, venduto a un prezzo molto inferiore di quello al quale potevano produrlo gli agricoltori locali. Nel giro di qualche anno la produzione locale è crollata e i contadini, incapaci di fronteggiare la concorrenza del riso importato, hanno abbandonato le loro colture e sono emigrati nelle città. Haiti è diventato uno dei maggiori importatori di riso dagli USA.

Questo genere di politiche, nel corso degli ultimi anni, non solo ha smantellato un sistema autoctono di produzione agricola, di allevamento e di alimentazione, ma ha anche eliminato ogni protezione delle comunità, delle industrie e dei servizi pubblici.


In seguito al terribile terremoto del gennaio 2010, ad Haiti più di un milione di persone vive in tende e alloggi temporanei. Uno dei problemi è la reperibilità di materiale da costruzione, dal momento che la maggior parte dei prodotti per l'edilizia vengono importati ad alto prezzo.
Utilizzare la paglia come materiale da costruzione, oltre a ridurre in maniera considerevole i costi di realizzazione, potrebbe portare ad un nuovo sviluppo dell'economia locale, rilanciando la coltivazione del riso.

Un processo che, coinvolgendo tutte le attività principali dell'uomo, a partire dall'agricoltura e dall'alimentazione, possa portare a costruire case utilizzado i sottoprodotti della coltivazione.

Il collegamento virtuale che lega realtà così lontane e investite da problematiche così diverse come Biella e Haiti attribuisce al progetto un valore unico di risposta a problemi di carattere locale ma a valore globale, esportabile in quel carattere di glocalità che in ultima analisi porta l'uomo al centro di salute, economia, agricoltura, architettura, società e arte.

IL PROGETTO

La sostenibilità di un prodotto si definisce in relazione alla riduzione ai minimi termini del suo impatto ambientale riferito all'intero ciclo di vita. In estrema sintesi, un prodotto è tanto più sostenibile, sia nel minore dispendio di energia, sia nella produzione di rifiuti necessari per l'estrazione delle materie prime per la sua realizzazione, per i cicli intermedi di lavorazione, per l'imballaggio, il trasporto e la distribuzione, per l'applicazione, l'uso e il consumo e per l'eventuale riutilizzo o riciclo, e infine per la sua dismissione o smaltimento.



Il progetto promuove così un ritorno alla coltivazione del riso e all'utilizzo della paglia come materiale da costruzione, attivando un processo virtuoso dal punto di vista sociale, economico, ambientale, agricolo e architettonico.
La paglia di riso è una materia prima diffusa in tutto il globo ed è intrinsecamente collegata agli aspetti sopra citati. La coltura del riso è essenziale per la sicurezza alimentare e per l'alleviamento della povertà. Il riso rappresenta il nutrimento principale per oltre la metà della popolazione mondiale: solo in Asia oltre 2 miliardi di persone assumono dal riso e dai suoi derivati dal 60 % al 70 % del loro fabbisogno calorico, in Africa è la fonte alimentare a crescita più rapida e in numerosi altri paesi poveri colpiti da deficit alimentare è di importanza significativa per la sicurezza alimentare.
Nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo, i sistemi produttivi basati su colture risicole e l'insieme delle attività post-raccolto a queste associate forniscono lavoro a quasi 1 miliardo di persone, e circa 4/5 di tutto il riso mondiale provengono dalle attività di piccole aziende agricole di paesi poveri.

Per queste ragioni i sistemi efficienti e produttivi basati su colture del riso sono da considerarsi essenziali per lo sviluppo economico e per il miglioramento della qualità della vita, soprattutto nelle aree rurali.


Il riso è il fulcro intorno al quale ruotano relazioni fra loro interdipendenti come l'agricoltura, la sicurezza del cibo, la nutrizione, l'agrobiodiversità, l'ambiente, la gestione delle acque e del terreno, la cultura, l'economia, la scienza, l'identità sessuale e il lavoro.
Il ciclo di vita di questo cereale non si conclude con la parte nobile: l'approccio architettonico biosostenibile permette di dare onore a quello che viene considerato dai più lo scarto di produzione cioè la paglia.
L’utilizzo di questo materiale per costruire risale agli albori dell’umanità e caratterizza tecniche costruttive proprie di culture anche molto diverse e distanti fra di loro. Dal tardo ‘800, è stata messa a punto la tecnologia per imballare e comprimere in forme rettangolari la paglia. Da questo momento divenne naturale usare direttamente queste “balle” come mattoni.



Ma perché usare la paglia?


La paglia, oltre ad essere molto più economica di mattoni e cemento, è ottima per il conseguimento dell’efficienza energetica. La balla ha, infatti, un basso valore di trasmittanza termica, pari circa a 0,04 W/m2K, che si traduce in pratica in una forte capacità isolante. Ma è anche un elemento costruttivo capace di portare carichi. Essa garantisce inoltre la perfetta traspirabilità delle pareti in cui viene utilizzata ed evita pertanto fenomeni di condensa superficiale assicurando un ottimo comfort negli spazi abitativi e un ambiente di vita più sano.  La paglia è inoltre materiale biodegradabile, annualmente rinnovabile, maneggiabile con facilità ed il suo costo in termini di energia combustibile per la raccolta, l’imballaggio e il trasporto in cantiere (energia “grigia”) è di gran lunga più basso di qualsiasi altro materiale utilizzato in edilizia; inotre, poiché le piante assorbono l’anidride carbonica, è un materiale capace di ridurre le emissioni nell'atmosfera.

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